Buon Compleanno alla Guido Berlucchi

di Giordana Talamona 09/07/21
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Guido Berlucchi Franciacorta bicchieri

Nel 60esimo anniversario della prima bottiglia, Guido Berlucchi punta ai Nature. Arturo Ziliani: “Sono il futuro della Franciacorta”.  

In principio fu il Pinot del castello. Quella prima bottiglia del 1961, ancora visibile nelle cantine Guido Berlucchi, ha fatto da apripista per uno dei territori più importanti della spumantistica italiana: la Franciacorta. “Ho ricordi molto vividi di Guido Berlucchi, un uomo schivo, riservato e timidissimo. Tutto il contrario di mio padre, che amava stare sotto i riflettori. Questa loro straordinaria diversità, forse, ha fatto il successo del loro rapporto”, racconta Cristina Ziliani, figlia di Franco Ziliani, e responsabile della comunicazione della Guido Berlucchi. Da allora di strada ne è stata fatta, sia in termini di stile, sostenibilità ambientale e tecnologia

Nel sessantesimo anniversario di quell’annata, e nel novantesimo compleanno di Franco Ziliani, l’enologo pioniere, la Guido Berlucchi lancia nuove sfide confermandosi tra le aziende più innovative del territorio. Chi ha raccolto quel testimone - Cristina, Arturo e Paolo Ziliani - sta puntando a spumanti dallo stile ecclettico, come i Nature. Non a caso Arturo Ziliani definisce i non dosati come “Il futuro della Franciacorta. Vini ecclettici, essenza stessa del territorio”. Tre i vini della linea Berlucchi ’61 Nature tutti millesimati: il Blanc de Blancs (chardonnay), il Rosé (pinot nero) e il Nature (chardonnay 80% e pinot nero 20%). 

Sul versante della sostenibilità ambientale la Berlucchi applica in vigna dei rigidi protocolli biologici per preservare la biodiversità. “Tra le pratiche in vigna – spiega Diego Cortinovis, agronomo della Berlucchi – c’è la semina di essenze di fiori (facelia, leguminose, favino, senape ecc.), che attirano gli insetti che vanno in lotta integrata con quelli nocivi per la pianta. Stiamo valutando, inoltre, la sostituzione del rame con altre molecole, che non penetrino nel terreno”. La lotta biologica al mal bianco, l’oidio, viene fatta generalmente con trattamenti a base di zolfo, o con bicarbonati di sodio e potassio, mentre la Guido Berlucchi sta andando verso altri ritrovati, come l’alga laminarina. “Quest’alga potrebbe essere un valido alleato contro le malattie fungine, perché somministrata sulle foglie andrebbe a stimolare le naturali difese della vite, rendendola meno soggetta agli attacchi patogeni”. 

Anche i satelliti entrano in gioco in una viticoltura di precisione, che aumenta gli standard di produzione. Il loro utilizzo permette la mappatura periodica delle vigne per verificare il grado di clorofilla nei singoli filari, e il conseguente stato di maturazione dell’uva. “Abbiamo uno spandiconcime capace di differenziare la quantità di compost in base alla differente percentuale di clorofilla nelle piante – continua Cortinovis. - In passato ci siamo resi conto che dove la vigna era più magra, nell’uva si concentrava un grado zuccherino più alto. Con i satelliti siamo in grado di intervenire in maniera precisa in base alla tipologia di terreno e al vitigno, con un conseguente innalzamento degli standard qualitativi di produzione”. Il prototipo di questo spandiconcime è nato da un progetto europeo con un partner industriale, a cui hanno preso parte anni fa la Berlucchi e l’Università degli Studi di Milano. Da quegli embrionali prototipi sono nati oggi dei macchinari in serie, che vengono venduti in tutto il mondo. 

La Guido Berlucchi ha inoltre il vigneto più esteso di erbamat, circa un ettaro. Questo vitigno autoctono, inserito dal 1° agosto 2017 nel Disciplinare di produzione della Docg per un massimo del 10%, non è stato ancora assemblato nelle cuvée. “Abbiamo ancora molto da capire sull’erbamat – spiega Ferdinando Dell’Aquila, enologo dell’azienda – sia in termini di stabilità, che di evoluzione sui lieviti”.

Ed è proprio in cantina, che la Berlucchi conferma la sua straordinaria innovazione tecnologica. Basti citare le otto presse da 11mila chili, capaci di dividere il mosto in tre parti (sgrondo, mosto fiore e seconda pressatura), con cicli di pressature da ben 4 ore e mezza. Si tratta di presse speciali realizzate appositamente per la Berlucchi dalla nota azienda francese “Les Pressoirs Coquard”. Otto colossi capaci di realizzare otto diverse pressioni di esercizio. “A quanto ci risulta, siamo gli unici al mondo ad averne così tante da 11mila litri”, conclude Dell’Aquila.

Buon compleanno, dunque, alla Guido Berlucchi, che si trova ad affrontare altre sfide per il futuro, non ultime quelle di farsi conoscere nel Sud Italia e di spingere la presenza della Franciacorta all’estero.  

Franciacorta Nature Blanc de Blanc Berlucchi ’61 2014 

90/100 - € 34

Da uve chardonnay. Metodo classico, 69 mesi sui lieviti. L’annata 2014, complicata e difficile in Franciacorta e non solo, verrà messa in vendita tra pochi mesi. Un vino a cui si perdona qualche peccato di gioventù a causa della recente sboccatura, che ha bisogno ancora di pochi mesi per integrarsi completamente. 

Lampi dorati intensi e luminosi. Al naso vince una spiccata nota aromatica, più intensa rispetto alla media, oltre alla frutta gialla. La bocca è ben strutturata, ma si gioca tutto ancora sulle durezze. Uno spumante che si farà. 

Franciacorta Nature Blanc de Blanc Berlucchi ’61 2013

96/100 - € 34

Da uve chardonnay. Metodo classico, 67 mesi sui lieviti, sboccatura 18 mesi fa. Uno spumante più giocato sulle morbidezze e sui ricordi terziari, anche grazie alla sboccatura ben più datata. 

Paglierino brillante. Il naso è elettrizzante, con soffi di cera d’api, vaniglia e pesca gialla succosa. Il palato è ampio, con buon equilibrio e dinamismo gustativo. Molto elegante. 

Franciacorta Nature Blanc de Blanc Berlucchi ’61 2012

93/100 - € 34

Da uve chardonnay. Metodo classico, 70 mesi sui lieviti, sboccatura 26 mesi fa. Un’annata regolare la 2012, per uno spumante decisamente più evoluto. 

Paglierino brillante. All’analisi olfattiva emergono nette note ossidative, ricordi quasi di distillazione, oltre a una parte speziata piacevolmente evoluta. Il sorso è fresco, ampio, quasi masticabile. Prima annata di produzione. 

Franciacorta Nature Berlucchi ’61 2014 

92/100 - € 32

Da uve chardonnay 80% e pinot nero 20%. Metodo classico, 69 mesi sui lieviti, sboccatura 4 mesi fa. 

Paglierino brillante. Naso intenso e minerale, con richiami di frutta secca tostata (nocciole) e ricordi di spezie (vaniglia, pepe bianco). Al palato è dirompente, netto e preciso, con splendida freschezza e notevole struttura. 

Franciacorta Nature Berlucchi ’61 2013

93/100 - € 32

Da uve chardonnay 80% e pinot nero 20%. Metodo classico, 67 mesi sui lieviti, sboccatura 18 mesi fa. Un’annata dove si percepisce un pinot nero più potente.

Paglierino lucente. Fragrante al naso, con una bellissima spinta aromatica che vira verso profumi terziari di spezie e agrumi maturi (cedro). Il sorso è strutturato, con un finissimo mix di freschezza e sapidità ben armonizzate al corpo. Colpisce da ogni punto di vista. 

Franciacorta Nature Berlucchi ’61 2009 

95/100 - € 35

Da uve chardonnay 80% e pinot nero 20%. Metodo classico, 70 mesi sui lieviti, sboccatura 62 mesi fa. Prima annata di produzione. Qui si viaggia oltre la luna verso l’iperuranio. 

Paglierino luminoso con lampi dorati. Il naso è una bomba di profumi, da soffi tropicali a ricordi di malaga, spezie dolci fin quasi al boisé. La bocca ha carattere da vendere, potenza ed eleganza. 

Franciacorta Rosé Nature Berlucchi ’61 2014 

91/100 - € 36 

Da uve pinot nero. Metodo classico, 71 mesi sui lieviti, sboccatura 4 mesi fa. 

Rosato intenso (a causa di una quota della cuvée vinificata in rosso). Netto il sentore di piccoli frutti rossi da cui emerge il lampone croccante, affiancato dall’agrumato intenso (arancia sanguinella). Il sorso è già abbastanza integrato, con un buon equilibrio tra le morbidezze e le durezze. 

Franciacorta Rosé Nature Berlucchi ’61 2013 

92/100 - € 36

Da uve pinot nero. Metodo classico, 67 mesi sui lieviti, sboccatura 18 mesi fa. Una piccola quota di pinot nero vinificata in rosso. 

Rosato luminoso con lampi corallo. Naso interessante, quasi inconsueto, con lievi ricordi di tamarindo e di torrefazione, su trama di frutti rossi. Il sorso è potente e fresco, con una lieve trama tannica. 

Franciacorta Rosé Nature Berlucchi ’61 2011 

94/100 - € 36

Da uve pinot nero. Metodo classico, 72 mesi sui lieviti, sboccatura 36 mesi fa. Prima vinificazione in rosato, prima annata di produzione. 

Rosa scarico luminoso. Naso molto elegante, dove si rincorrono il pot-pourri di rosa, il lampone macerato, su trama gessosa. Il sorso è fresco con buona struttura e chiusura fruttata, dove emerge nuovamente il lampone.

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