Grenaches du Monde 2021

di Vignadelmar 30/06/21
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Grenache du monde tasting

La tappa italiana del concorso internazionale Grenache du Monde si è svolta ad Ascoli Piceno e noi eravamo presenti.

Recentemente sono stato invitato a far parte della Giuria della tappa italiana del Concorso Enologico Internazionale “Grenaches du Monde”, che si è tenuta ad Ascoli Piceno dal 31 maggio al 2 giugno.

Già dal nome capite che è trattasi di un concorso nato in Francia, per far conoscere e valorizzare questo grande e poliedrico vitigno, la grenache appunto. Vitigno che è presente in tanti Paesi, pur se con nomi diversi. Ad esempio in Sardegna è il cannonau, in Umbria il gamay del Trasimeno e nelle Marche ha per adesso un nome non riconosciuto ufficialmente: bordò. Nome che non è utilizzabile per le evidenti assonanze con un grande comprensorio vitivinicolo francese e per il quale i vari organismi ufficiali dello Stato stanno cercando un nome alternativo. Quando sarà stato trovato lo utilizzeremo.

Sia come sia, questa è una grande uva, capace di dare risultati molto significativi, facendo sentire il territorio di appartenenza, senza perdere il legame con il vitigno originario.

Il Concorso è annuale e appunto itinerante: con le sue 4 tappe gli organizzatori provano a coprire ciclicamente i territori maggiormente significativi. Ascoli Piceno, con i suoi prorompenti Bordò, è molto cresciuta e propone una serie di prodotti di grandissima qualità; da qui la tappa ascolana del Concorso. Nelle Marche la storia ebbe il suo significativo inizio quando Marco Casolanetti ed Eleonora Rossi di Oasi degli Angeli, incominciarono a lavorare seriamente un vecchissimo vigneto impiantato con uve che i loro conterranei definivano appunto come bordò, indicandone così l’origine francese. Pochissime centinaia di straordinarie bottiglie di Kupra che presto attirarono l’attenzione della Critica enologica e di un plotoncino di conterranei produttori. Negli anni si fecero le molte analisi necessarie a capire di quale uva si trattasse in realtà e venne fuori il risultato: grenache. Come sia arrivata nelle Marche più di cento anni fa è un mistero, sicuro è però che vi si sia acclimatata benissimo e dia bellissimi risultati. Adesso i produttori che la vinificano sono una decina, tutti insieme producono alcune migliaia di bottiglie, ben posizionate nel mercato dell’alta qualità.

Numericamente ben superiore è la produzione di Cannonau in Sardegna, con picchi anche qualitativi assoluti. Moltissimi piccoli produttori, spesso giovani, che riprendono in mano vigneti abbandonati o precedentemente mal gestiti, per produrre vini di qualità senza compromessi. Un vero e proprio rinascimento enologico che ha fatto parlare di sé il variegato mondo degli appassionati e dei giornalisti, con la parallela nascita di un crescente movimento turistico dedicato alla scoperta di questi territori. Un successone insomma.

Ma torniamo alla tappa del Concorso tenutasi ad Ascoli. Tutto molto ben organizzato dal collega Maurizio Valeriani, in collaborazione con Tu.Ris.Marche. alla presenza di una rappresentanza internazionale degli Organizzatori del Concorso.

Sono stati tre giorni di degustazioni mirate, visite in azienda e cene in abbinamento ai vini. Poi, naturalmente, c’è stata la giornata del Concorso vero e proprio. Erano state formate 5 giurie, ciascuna delle quali assaggiava una cinquantina di vini provenienti dai vari Paesi interessati. Vini che dovevano avere delle caratteristiche riconosciute: essere fatti con un minimo di 85% di grenache, oppure in una categoria a parte, in assemblaggio con altre uve, ma mai in percentuale minore del 50%. I vini potevano essere sia bianchi, che rosati, che rossi. 

Alla nostra Giuria son capitati vini soprattutto francesi e spagnoli (abbiamo saputo la loro provenienza dopo la degustazione). Personalmente ho parecchie riserve sulla grenache vinificata in bianco, pur se un paio di campioni erano superiori alla media. Un po’ meglio è andata con i rosati: punteggi medi più alti e un paio decisamente buoni. Appena abbiamo iniziato a testare i rossi la musica è cambiata ed abbiamo avuto l’opportunità di testare una quindicina di vini dalla qualità media molto alta con un paio di bottiglie di valore assoluto, entrambi spagnoli, entrambi del 2018, entrambi con la medesima denominazione di origine: DO Campo de Borja, dei quali troverete le schede continuando a leggere.

In ogni caso i risultati complessivi del lavoro di tutte le giurie sono stati davvero eccellenti per i vini italiani: 44 medaglie d’oro e 18 d’argento su 145 vini testati.

Eccovi anche alcuni premi avuti dagli italiani, suddivisi per regione:

  • Sardegna: 28 ori + 14 argento
  • Marche: 7 ori + 3 argento (su 15 vini presentati, una percentuale altissima di premiati)
  • Umbria: 5 ori 
  • Toscana: 2 ori
  • Veneto: 2 ori + 1 argento

Campo de Borja (DO) Bacco 2018 Artiga Fustel

96/100 -  € 30,00 

Da uve 100% grenache, da vigne con almeno 60 anni di età e rese di circa 70 q.li ad ettaro. Le uve, dopo la fermentazione, sostano 10 mesi in acciaio per poi passare 6 mesi in botti francesi da 500 litri di secondo passaggio. 

Si presenta con un bel colore rosso porpora dai riflessi viola e scuri. Naso fortemente speziato, di frutta surmatura, sottobosco, caffè e un leggero affumicato. Bocca coerente, molto potente, forse aggressiva ma anche di grande eleganza, grazie a tannini fini e dolci e a una persistenza davvero notevole, per un sorso nonostante tutto, di grande agilità.

Bottiglie 12.000.

Campo de Borja (DO) Aragonia Seleccion Especial 2018 Bodegas Aragonesas

98/100 - € 20,00 

Da uve 100% grenache, da vigne con circa 50 anni di età, coltivate a 600 metri di altezza e rese inferiori ad un chilo per pianta. Macerazione a freddo di circa 48 ore e successiva fermentazione a temperatura controllata di 15 giorni. Poi otto mesi in barrique sia americane che francesi, per finire con sei mesi in bottiglia prima della commercializzazione. 

Si presenta con un bel colore rosso porpora dai riflessi brillanti. Naso dolcemente speziato, con frutta surmatura, note dolci ma fresche e un leggero tostato. Bocca coerente, molto potente, di grande eleganza e persistenza, per un sorso fresco, agile, che invoglia molto la beva. Davvero buonissimo, ad un prezzo straordinario.





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