Sassella Prevostini, la Valtellina a portata di mano (1)

di Francesco Annibali 18/07/17
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Sassella Prevostini, la Valtellina a portata di mano (1)

Nel regno del nebbiolo-chiavennasca, la Valtellina, Mamete Prevostini è un personaggio di primo piano.

Come scrivevamo poco tempo fa relativamente a un altro grande vino di zona, il Valtellina Inferno della azienda Rainoldi, la Valtellina del vino è purezza aromatica innata. Qui, in mezzo alle Alpi, nel nord estremo della Lombardia, il nebbiolo, chiamato chiavennasca, si è acclimatato su pendenze vertiginose, terreni aspri e un’interminabile susseguirsi di muretti a secco. Tutte caratteristiche che fanno della Valtellina la più estesa area viticola terrazzata d’Italia, e uno dei più rilevanti terroir nazionali in senso assoluto.

Il versante per la viticoltura è, come ovvio, quello che guarda a sud, in questa valle di montagna posta in direzione est-ovest: qui il chiavennasca, ovvero come dicevamo il nebbiolo locale, sembra riuscire letteralmente a tramutare in vino la luce e le rocce dalle quali spuntano le viti.

Il Sassella è il cru di Valtellina posto a ovest del capoluogo Sondrio, e dà il nome ai Valtellina spesso più completi ed eleganti. Leggendo la cartina che Alessandro Masnaghetti di Enogea ha dedicato al territorio (I Cru di Enogea – Valtellina) “il versante che un po’ tutti considerano storico, se non addirittura la vera Sassella dal punto di vista viticolo, è quello orientale, compreso fra Triasso e San Lorenzo.” Ed è qui che l’azienda Mamete Prevostini possiede parte dei suoi terreni. Gli altri si trovano invece accanto a Triasso, zona “con uno stile gentile e delicato, senza il frutto del lato ovest del cru né la mineralità spiccata di quello orientale”. Una zona nella quale convivono produttori di piccolissime dimensioni e altri che riescono a fare numeri di tutti rispetto.

Tra questi ultimi, Mamete Prevostini è un personaggio di primo piano nella Valtellina del vino. Presidente del Consorzio Vini di Valtellina e al contempo dell’ente regionale di promozione internazionale dei vini lombardi, Ascovilo, Mamete ha preso le redini (e anche il nome) del nonno omonimo, che creò l’azienda agli inizi del Novecento.  Insomma, una famiglia di quelle che la Valtellina l’hanno creata - nel vero senso della parola. Una regione che non vuol dire solo vino e montagna, ma anche snodo di comunicazione, essendo fin dall’antichità il punto di unione tra Italia, Svizzera e Nord Europa.

Mamete ha da pochi anni creato la sua nuova cantina, costruita per consentire una lavorazione del vino a caduta naturale. Nello specifico, al piano superiore avvengono l’appassimento e la pigiatura (ricordiamoci che la Valtellina è terra del meraviglioso Sfursat, sorta di Amarone fatto con chiavennasca, che amplifica le note tartufate/tabaccose del territorio), al piano intermedio la fermentazione e al piano interrato l’affinamento.

L’azienda è anche certificata CasaClima Wine: un serissimo protocollo strutturato secondo tre aree di valutazione – Natura, Vita e Trasparenza – che individuano i diversi aspetti della sostenibilità. Tradotto: riduzione dei consumi energetici legati alla produzione vinicola, azioni in favore della sostenibilità e della riduzione degli impatti ambientali. Oltre a ciò la vigna di Mamete Prevostini è in costante conversione: gli addetti stanno lentamente passando da un metodo tradizionale a uno meccanizzato.

Paolo Prevostini, agronomo e responsabile dei vigneti Mamete Prevostini, sostiene che “la nostra filosofia è convertire i vigneti tradizionali in meccanizzati, o a giro poggio. Si tratta di una tecnica innovativa che consiste nell’orientamento dei filari da est a ovest in linea con i terrazzamenti di Valtellina, anziché come le vigne tradizionali, che sono poste in direzione  nord-sud. Ogni anno, incrementiamo di 1 ettaro, 1 ettaro e mezzo la superficie così coltivata. Dal 2006 a oggi abbiamo raggiunto circa 7 ettari di vigne meccanizzate, con una produzione che, a fronte di un quantitativo massimo consentito dal disciplinare di 80 quintali per ettaro, annualmente non supera mai i 50-60 quintali. La nostra filosofia è lavorare i vigneti puntando alla massima qualità, anche a scapito della quantità. Ecco la ragione del nostro impegno a convertire i vigneti tradizionali in meccanizzati”.

La maggior parte delle vigne dei vini di Valtellina Mamete Prevostini sono all'interno della sottozona Sassella, come dicevamo, e dell’altro grande cru, l’Inferno.

A domani, per l’intervista a Mamete Prevostini e la verticale del Sassella aziendale.

Mamete Prevostini 
Titolare : Mamete Prevostini
Via Don Primo Lucchinetti, 69
23020 Mese (SO)
Tel. +39 0343 41522
Fax +39 0343 41521
info@mameteprevostini.com
www.mameteprevostini.com
Facebook:  mameteprevostini
Anno di Fondazione:  1925
Totale bottiglie prodotte:  180.000
Ettari di vigneto:  22,5





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