NU’ Trattoria Italiana dal 1960 di Salvatore Tassa

di Andrea Salvatore 27/07/17
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NU’ Trattoria Italiana dal 1960 di Salvatore Tassa

Con la riapertura del NU’, che ora ha definito la sua destinazione come Trattoria Italiana, Salvatore Tassa omaggia la cucina tradizionale.

Qualche anno fa, Salvatore Tassa ebbe la buona idea di affiancare, con un locale più easy, il suo ristorante stellato. L’allora formula del NU’ Bazzar voleva essere una proposta innovativa e cosmopolita che intendeva portare la cucina del mondo a conoscenza dei giovani di Acuto e non solo.

Da poche settimane, sempre due piani sotto le Colline Ciociare, ha iniziato a lavorare NU’ Trattoria Italiana dal 1960, che vuole essere un vero atto d’amore verso la cucina Italiana. Sì, proprio quella che praticavano, in questo ormai storico luogo, i suoi genitori: Esterina e Bino.

Certamente i tempi sono cambiati e con essi anche le ricette della neonata trattoria. Immagino, occupando il posto a tavola, che le stesse saranno state alleggerite, proprio per poter andare meglio incontro alle mutate esigenze di alimentazione dei moderni avventori che, nella maggioranza dei casi, non fanno più lavori di “fatica”.

 


Mi accoglie con un caloroso sorriso la cuoca Tina e il discorso vira subito sulla storia dei locali (ristorante e trattoria) e più in generale delle vicissitudini di vita. Il risultato è che mi sento subito avvolto in un’atmosfera familiare e di relax e mi immagino un poco come quei muratori che, da bambino, vedevo fermarsi nelle osterie prima di far rientro dalle rispettive famiglie. In quei luoghi della memoria, essi riuscivano a rigenerarsi dalle fatiche del lavoro, grazie a quattro chiacchiere amichevoli, aiutati anche dal quartino di vino, corretto dalla gassosa.

Parto a “razzo” tramite le caldissime Crepinette, un fritto nel quale la pasta fillo contiene il baccalà e i porri. Un antipasto “rubato” al ristorante Colline Ciociare che lo proponeva negli anni ‘90, tanto per intenderci, insieme alla Cipolla Fondente. Ottimo anche se andava asciugato meglio l’olio di frittura.

La tradizione richiama un vino di territorio che sappia sgrassare bene la bocca. Chi meglio dello Charmat di Cesanese di Casale della Ioria potrebbe farlo? In effetti, questo vino spumante mi avvolge con la sua eleganza e inaspettata finezza e quindi decido di usarlo sul resto del pasto.

 
 



La tradizione è rispettata anche nel restante antipasto. Tra i salumi, oltre l’nduja, ci sono il prosciutto, la sella di maiale e la susianella di Viterbo, mentre nei formaggi noto il pecorino e l’erborinato di Picinisco, il fiocco della Tuscia e i caprini dell'Azienda Agricola Monte Jugo.

Appena il tempo di prendere fiato, degustando il piacevole Rosé di Perinelli ed ecco Tina che arriva trionfante al tavolo con un piatto di fettuccine e funghi porcini che già affascina alla vista. Lo spessore della pasta, lasciato giustamente generoso, la cottura precisissima e la freschezza del fungo creano una corale e piacevole resistenza al morso. In bocca, il trionfo di sapore di bosco è rinfrescato e reso giustamente amaro da un’opportuna spolverata di prezzemolo. Evviva la tradizione.

 


Ormai sono nelle mani della cuoca. Eccola, nuovamente arrivare al tavolo per assestarmi il colpo del knock-out. I fini fini, vero vanto della cucina ciociara, sono qui serviti conditi dal sugo ai tre pomodori che esalta la pasta tagliata al coltello, più sottilmente dei tagliolini. Lo ammetto, questo è un piatto che non smetterei mai di mangiare. La bravissima Tina mi ha colpito e fatto affondare in un mare di piacere.

 
 



Torno sulla terra con la portata di carne: spuntature e salsicce di maiale, appoggiate su un letto di patate al forno. Tanto per non farmi mancare nulla, Tina insiste per aggiungere anche dei funghi porcini. Il piatto richiede un vino con più spessore. Lo accompagno con Tenuta della Ioria, sempre un Cesanase di Perinelli, che abbina perfettamente sia la carne sia il fungo con la sua eleganza e l’intensità dei frutti rossi. Volendo è possibile abbinare un vino alla mescita, proprio quel quartino dei bei tempi andati, limitando così la spesa enologica.

 

Il locale è stato reso ancora più luminoso. La bella terrazza esterna, nel periodo estivo, offre riparo dalla calura, aggiungendo la suggestione di cenare in un vicolo di paese.

 


Al di là della diversificazione tra le due proposte, credo che la possibilità che ora ha Salvatore Tassa di proporre sia la cucina gourmet che quella tradizionale sia giusta e vincente. Sono certo che Salvatore e Tina saranno vincenti e tra i leader anche in quest’ulteriore e specifica opportunità della cucina italiana.

NU’ Trattoria Italiana dal 1960 
Titolare : Salvatore Tassa
Via Prenestina 27
03010 Acuto (FR)
Tel. +39 077556372
Facebook: nutrattoria1960
Apertura : dal giovedì sera alla domenica a pranzo
Prezzo medio : 25€ a persona (vini esclusi)

Link all’articolo: https://foodwineadvisor.wordpress.com/2017/07/19/nu-trattoria-italiana-dal-1960-un-vero-atto-damore-di-salvatore-tassa-per-la-cucina-tradizionale-italiana/

 
 
 




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