Tutto cambia

di Daniele Cernilli 12/03/12
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Tutto cambia

Se penso a tutto quello che è capitato nel mondo dell’enogastronomia italiana e mondiale negli ultimi dieci anni mi vedo i polsi tremare. E’ cambiato tutto. Molto è stato determinato da quanto è capitato sul piano economico. La crisi dell’Occidente, la crescita tumultuosa di Cina, India e Brasile. L’Italia che resta indietro per il dannato vizio di non guardare mai troppo al di là dei propri confini, anche se con debite ed emblematiche eccezioni. Nel mondo del vino molti produttori un po’ improvvisati, entrati nel comparto più sulla base di entusiasmi anche un tantino ingenui, pagano la loro marginalità e fanno sempre più fatica a stare sul mercato. Prima si vendeva tutto facilmente, e a prezzi remunerativi.

Oggi la musica è diversa, ci vuole organizzazione, professionismo. Non basta più che un vino sia buono o che abbia preso questo o quel premio, e ve lo dice chi di premi ne ha assegnati più di chiunque altro in Italia. E’ quasi più importante creare la distribuzione addirittura prima di far uscire dalla cantina una sola bottiglia. Pena una corsa in salita per cercare di vendere ciò che si è prodotto a chi ha tanta di quella offerta da poter scegliere, e talvolta imporre, prezzi e condizioni, leggi tempi, di pagamento. E quello che era stato creato con speranza, entusiasmo e grandi aspettative si rivela poi un pozzo dove si rischia di perdere i risparmi di una vita. Molte aziende italiane sono ormai agonizzanti, con banche che chiudono o tagliano drasticamente i fidi. E in un momento dove sarebbe vitale rilanciare, andare a conquistare nuovi mercati, anche piccoli, ma investendo qualcosa, quel qualcosa viene drammaticamente a mancare.

L’ultima notizia, quella che dal prossimo ottobre l’Iva sul vino salirà dal 21 al 23%, che di per sé non sarebbe stato un grosso problema in altri momenti, rischia di pesare come un macigno sui bilanci e sulle vendite, perché, ovviamente, scatenerà rincari ben più alti del solo 2% sui prezzi finali al pubblico. Certo, è necessario, e non avviene solo per il comparto vitivinicolo. La crisi c’è per tutti e dovunque. Però ci sono anche delle fragilità minori e maggiori. Ed il rischio di buttar via il bambino con l’acqua sporca del bagnetto è più che mai incombente.

Tra qualche giorno inizierà il Vinitaly di Verona, che è la più grande fiera del vino italiana ma è anche una sorta di inizio di “anno scolastico” per il mondo del vino. Qualche segnale di ripresa c’è, molto più a livello internazionale che italiano. E’ un’occasione per iniziare a risalire la china. C’è un proverbio americano che dice “non può piovere per sempre”. Ma per aiutare il ritorno del sereno c’è bisogno di cambiare mentalità. Di preparare la presenza in fiera con un lavoro precedente, senza illudersi che possa arrivare un importatore cinese od ucraino che comprerà a prezzi alti tutto ciò che si è prodotto. Potrebbe anche accadere, per carità, come anche vincere al Superenalotto. Ma è molto difficile.





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