Largo alle donne

Ogni anno mi ritrovo a dire: ah, già, è la festa della donna, ma lo dico con poca convinzione. Lo confesso, sono contraria all'idea di queste ricorrenze che ormai hanno una valenza solo commerciale, tipo, oggi, lo spaccio di mimose e cene di sole donne con menù a prezzo fisso.

Questo però non significa che non sia convinta della necessità che le donne abbiano sempre più spazio nella nostra società, ma in base a criteri puramente meritocratici, per i valori che noi donne portiamo avanti che spesso fanno da contraltare a quelli più tipicamente maschili, per le doti caratteriali di cui si ha bisogno a tutti i vertici. Ma non per le quote rosa. 

Ardua questione questa delle quote rosa, basta vedere lo strascico di polemiche seguito all'obbligo di quote rosa nei consorzi di tutela. Tipicamente, noi italiani abbiamo bisogno di leggi e leggine per fare cose che sarebbero solo di buon senso. E, orgogliosamente, devo dire che noi, a DoctorWine, non abbiamo mai avuto bisogno di quote rosa, anzi, se continuiamo così, tra qualche anno avremo bisogno di quote azzurre. Lo diciamo scherzando ogni volta che guardiamo l'elenco delle nostre firme.

Se guardiamo la redazione, le donne (io e Iolanda) battono gli uomini (il boss) 2 a 1, anche se è vero che Daniele vale doppio... Ma poi, andando a vedere i vari collaboratori, ci sono sì Riccardo Viscardi e Dario Cappelloni, vicecuratori della Guida, così come firme storiche quali Vinogodi, Francesco Annibali e Vignadelmar, ma ecco che, dall'altra parte, possiamo schierare in campo Chiara Giovoni, Livia Belardelli, Chiara Giannotti, Katiuscia Rotoloni, Rosanna Ferraro, Antonella Amodio, Valeria Cesari, Alessandra Ruggi...

E se poi vogliamo allargare lo staff anche alla gestione e agli eventi, non dobbiamo dimenticare l'amministratore unico Marina Thompson, l'organizzatrice Elisabetta Solinas e la grafica Stefania Serra.

Insomma, possiamo veramente dire che DoctorWine ha una spina dorsale femminile da non sottovalutare. Siamo quasi un wine magazine... rosé.