L’anno che verrà

di Daniele Cernilli 21/12/15
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L’anno che verrà

Non è la prima volta che chiudo un anno di editoriali con un articolo che porta questo titolo. Vuole essere una raccolta di auspici, di sogni, di buoni propositi e anche un’analisi un po’ visionaria su quello che ci potremmo aspettare noi del mondo del vino e del cibo.

Intanto diciamolo, la vendemmia del 2015 è andata proprio bene. Un po’ calda, certo, ma tanta uva sana e probabili vini di buona ed ottima qualità un po’ dovunque in Italia. La produzione è stata decisamente più alta, ci sarà da vendere un sacco di roba e non è facilissimo. Ma meglio così.

E ora passiamo a quello che spero avvenga. Nel mio e nel nostro piccolo mi auguro cheDoctorWine continui a crescere. Il 2015 ha visto quasi raddoppiare i contatti, anche in virtù dei corsi tenuti all’Expo e per l’Onav, per la maggiore diffusione della Guida Essenziale ai Vini d’Italia (realizzata quest'anno anche in inglese) e per i seminari che abbiamo realizzato per l’Ais Castelli Romani. Ho, abbiamo, incontrato migliaia di persone, ci siamo fatti conoscere per quel che siamo, io e i miei collaboratori, Riccardo Viscardi, Dario Cappelloni, Chiara Giovoni, Livia Berardelli che realizza corsi per Puntarella Rossa, sito amico, e Marco Oreggia, il più grande esperto di olio extravergine forse del mondo con la sua imperdibile guida Flos Olei. Lo stesso dicasi per altri collaboratori molti attivi anche nei forum di vino, come Vinogodi, Vignadelmar e Francesco Annibali, o "l'ultima arrivata" Chiara Giannotti, che sta andando forte con il suo blog Vino.tv. Per non parlare della blogger "cuciniera" Katiuscia Rotoloni, con Cuoco in festa, o della nostra "spia all'Avana", pardon, in Campania, Antonella Amodio. Poi c’è stata la partecipazione mia e di Stefania Belcecchi a molti concorsi internazionali. Il Concours Mondial de Bruxelles, Mundus Vini, il Decanter World Wine Awards, il Best Italian Wine Award, il concorso del Vinitaly.

Poi - last but not least, direbbero gli anglosassoni - c’è stato il lavoro della redazione. Di Stefania Vinciguerra e di Iolanda Maggio, e di Elisabetta Solinas e di Marina Thompson per quanto riguarda l’organizzazione degli eventi di Milano e di Roma per presentare la guida, e che hanno visto la partecipazione di più di duemila persone. Ci siamo dati da fare, insomma, e i risultati si cominciano a vedere, se Raoul Salama, famoso wine writer francese, in un suo intervento all’Accademie International du Vin ha citato proprio DoctorWine, insieme a Suckling e a Vinous di Galloni come esempi di siti europei autorevoli in campo enologico. Ce ne sono sicuramente anche altri, ma lui ha citato noi e ne siamo felici.

L’8 di febbraio presenteremo The Ultimate Guide to Italian Wine 2016 a New York. Sarà il primo sbarco diDoctorWine negli Usa, a Manhattan, nell’esclusivo club della Yale University. Con noi ci sarà anche Marco Oreggia e i suoi extravergini di tutto il mondo. Prima della presentazione e del wine tasting con i vini di 50 produttori presenti in guida (e che ringrazio per aver sostenuto la nostra iniziativa), ci sarà una verticale di Brunello Cerretalto di Casanova di Neri, il vino italiano più premiato dalla stampa americana, con l’anteprima assoluta della versione del 2010. Sarà una manifestazione dedicata al miglior trade e agli addetti ai lavori della East Coast, organizzata per presentare la guida e non per inaugurare nuove proposte di roadshow, ci tengo a precisare. Perciò i produttori che ci leggono non si devono preoccupare. Ma su tutto questo ci torneremo in futuro.

Fuori dal nostro particulare stanno avvenendo molte cose. Il vino italiano va benino, la spumantistica, grazie alla genialata della variazione del disciplinare del Prosecco in data 2008, sta volando. Oggi si esportano bollicine per un miliardo di euro, che è il 18% del totale dell’export vitivinicolo. Dieci anni fa era la metà. L’effetto dell’annata 2010 per i grandi rossi in Langa e a Montalcino speriamo possa assestarsi anche successivamente. Segnalo che i risultati che si stanno iniziando a vedere per gli stessi vini, e ci aggiungerei anche il Chianti Classico, con il 2013 non sono poi così distanti. Aspetto con ansia gli assaggi dei Barbaresco e dei Chianti Classico Gran Selezione, avremo davvero dei vini straordinari. Avremo anche grandi Barbera a Nizza Monferrato.

Continueremo a non vedere nulla di italiano sul vino in tv, tranne che la seconda serie del programma di Marcello Masi e di Rocco Tolfa su Rai 2. Un po’ poco.

Vi segnalo però una fiction francese, la trasmettono su La 7 nel pomeriggio. Si chiama "Delitti Doc" (in francese "Le sang de la vigne", molto più appropriato), ed è la storia di un enologo/critico, Benjamin Lebel, interpretato dall’attore Pierre Arditi, che mentre fa consulenze nelle zone vitivinicole francesi diventa anche investigatore e risolve casi di omicidi. Una via di mezzo fra Cotarella e Maigret, insomma. Nel frattempo si parla di vini, di zone vinicole, di enologia, di degustazione. Fantastico. Lo realizzano in Francia, da noi sarebbe chiedere troppo. Tra i consulenti appare il nome di Jean Marc Roulot, uno dei più prestigiosi produttori in Borgogna. Come se da noi ci fossero Angelo Gaja o Giuseppe Mazzocolin a scrivere le parti tecniche. Un motivo in più per essere vicini ai nostri cugini francesi, e non dico altro.

Buone Feste a tutti, e bevete vini eccelsi, come vi avrebbe augurato Gino Veronelli.





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