Il Vinitaly che non ti aspetti

di Stefania Vinciguerra 25/10/21
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DoctorWine team a Vinitaly Special Edition

Si è conclusa martedì scorso la Special Edition del Vinitaly, lasciando tutti soddisfatti e ottimisti.

Possiamo dirlo senza tema di smentita: che questo Vinitaly si rivelasse così interessante ci avrebbero scommesso in pochi. Lo spirito era quello che si può immaginare dopo un anno e mezzo di incontri virtuali, telefonate e-mail: il desiderio di ripartire era più forte di ogni aspettativa. Ma la realtà ha lasciato tutti contenti, e cerchiamo di capire perché.

Per la prima volta non si sono visti semplici appassionati o bevitori seriali, la cui presenza era stata ridotta negli ultimi anni, è vero, ma che ancora costituivano una fetta di pubblico evidente e non sempre gradita. Tra i vari stand giravano soprattutto operatori del settore, tanti italiani ma molti anche europei e stranieri in genere (poche presenze di americani, ma questo non ha compromesso gli affari), per l’esattezza “oltre 12.000 operatori professionali, più di 2500 buyer (circa il 22% del totale) e 60 nazioni rappresentate”, dichiara il comunicato di Veronafiere. 

Per i visitatori, l’organizzazione degli stand essenzialmente per gruppi (geografici, consortili, di filiera o di affari) ha reso più facile capire denominazioni e terroir, focalizzando assaggi e incontri. Infine, l’allestimento in stand tutti uguali, bianchi e lineari, con poche personalizzazioni e comunque non invasive, ha reso anche l’aspetto molto ordinato. Niente più faraonici stand a due piani o aree allestite più per sfamare i visitatori che per fare business.

In pratica abbiamo assistito a un ridimensionamento tutto focalizzato sugli affari che, non dimentichiamolo, sono il motivo per il quale i produttori partecipano a una fiera. La gente era più disponibile a parlare, ascoltare e assaggiare, più propensa a prendere decisioni e molti espositori hanno commentato che per la prima volta dopo anni si è tornati a fare contratti al Vinitaly.

Insomma, in un certo senso un ritorno alle origini, ma anche e soprattutto un salto avanti verso il futuro, dove le fiere devono essere orientate al business e favorire scambi professionali. 

Sappiamo che per questa Vinitaly Special Edition Veronafiere aveva garantito una partecipazione dall’estero altamente qualificata, con operatori provenienti proprio dalle aree in cui il vino italiano sta crescendo in maniera significativa. Il risultato è stato superiore alle aspettative ma deve far riflettere seriamente. Non c’è dubbio che la strada percorsa in questa edizione ridotta sia quella giusta. E non solo per la ripartenza.

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