Querciabella, ciò che serve in un Chianti Classico (1)

di Francesco Annibali 16/01/18
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querciabella chianti classico vigna panorama

Prestigiosa azienda del Chianti Classico, Querciabella è un'antesignana nel mondo del bio, certificata biologica fin dal 1988 e dal 2000 biodinamica. Abbiamo intervistato Dales d’Alessandro, agronomo e direttore tecnico.

La breve via sterrata che dalla Strada Regionale Chiantigiana bisogna percorrere per raggiungere Querciabella può lasciare a bocca aperta anche gli appassionati più navigati. Attorno a voi avrete esattamente quello che ci si aspetta dal Chianti Classico: una campagna luminosa e ordinata, nella quale convivono vigneti curati come giardini, ricca e dal sapore vagamente British.

Ci troviamo a Ruffoli di Greve in Chianti, più o meno al centro di questa stupenda e fondamentale denominazione del vino italiano. Sottozona fresca di un comune, quello di Greve, noto per la completezza e l’eleganza dei suoi Chianti Classico.

Querciabella venne fondata nel 1974 dal facoltoso imprenditore Giuseppe (Pepito) Castiglioni, raffinato conoscitore e appassionato di vini - in particolare di quelli francesi - che si innamorò subito della zona. Acquistata con l’intento di produrre vini nello stile di quelli della Borgogna, la cantina divenne ben presto una delle migliori aziende toscane, suscitando interesse e lodi per la sua produzione.

Il figlio di Giuseppe, Sebastiano, dagli anni Novanta ha ampliato la tenuta con nuovi vigneti e ha adottato per Querciabella l’agricoltura biologica, che è certificata dal 1988, quando parlare di bio era un po’ come parlare di alieni. Nel 2000 arrivò anche la biodinamica.

Querciabella è oggi una della più prestigiose cantine della Toscana, e i vini di punta, il Chianti Classico Querciabella, il nuovo Chianti Classico Riserva Querciabella, il Batàr (un mai troppo lodato blend di chardonnay e pinot bianco in legno, che nel nome e nello stile tradisce la passione del fondatore aziendale per la Borgogna), il Camartina (uno dei migliori tagli di cabernet sauvignon e sangiovese in senso assoluto) e il Palafreno (merlot) ottengono sistematicamente le lodi dei più autorevoli critici enologici internazionali, oltre che dei consumatori. Basti pensare al recente riconoscimento del Batàr, votato come uno dei migliori 50 bianchi del mondo dagli utenti di Vivino. 

Anche se l’azienda si trova, come dicevamo, a Ruffoli di Greve, i vigneti aziendali sono dislocati, oltre che attorno alla azienda, anche a Radda in Chianti e Gaiole in Chianti. Tre sottozone con caratteristiche ben specifiche.

Greve, i terreni intorno ai 350 metri derivano dal disgregamento di arenarie torbiditiche e di scisti marnosi, e si presentano più argillosi. Nella parte alta della collina, ovvero a  550 metri di altitudine, prevalgono gli argilloscisti, ovvero il famoso galestro chiantigiano, e le arenarie, e il suolo si presenta più sciolto e drenante. Suolo sciolto e drenante tipico anche dei vigneti di Radda. Invece il suolo di Gaiole è caratterizzato da rocce calcaree.

Anche i vini che si ricavano dal sangiovese delle sottozone sono diversi tra loro: il sangiovese di Gaiole presenta un’acidità più spiccata, quello di Radda tannini più persistenti, mentre Ruffoli di Greve, dove si trova la sede aziendale, è più elegante e fresco. Il tutto sempre con quel carattere schietto e fragrante e quel contrasto acidità/tannino tipici del grande Chianti Classico.

Dales d’Alessandro è agronomo e direttore tecnico di Querciabella.

Doctorwine: Ci spiega il sangiovese, anzi i sangiovese di Querciabella?

Dales d’Alessandro: Non è possibile fare un discorso generale. Il sangiovese viene gestito in maniera differenziata a secondo delle tre zone di provenienza. A Ruffoli di Greve in potatura vengono lasciate due gemme vere, a Radda, zona più fresca e vigorosa, tre gemme vere per consentire alla pianta di trovare il suo equilibrio, mentre a Gaiole viene lasciata una gemma vera per lo stesso motivo. Inoltre viene fatta un'attenta selezione dei germogli al verde e una gestione della parete fogliare che consenta alla pianta di avere i grappoli ben areati, minore pressione delle malattie crittogame e una migliore gestione degli insetti sia dannosi che utili. Vengono fatti dei diradamenti sanitari dei grappoli in maniera tale che i marciumi non colonizzino gli stessi. Le defogliature si effettuano solo in casi estremi vicino alla vendemmia: dipendono dall'annata e dal clima di riferimento. 

DW: Come viene prodotto il vostro Chianti Classico?

DDA: Le uve vengono selezionate con cura in vigna e raccolte a mano in cassette da 8 kg. Vengono diraspate con delicatezza e trasferite in vasche di acciaio per la fermentazione e la macerazione – che dura circa 12 giorni. Dopo la malolattica, il vino viene spostato in barrique (100% legno francese, di cui il 5% nuovo), agitato regolarmente e assaggiato durante l’affinamento, che dura fino a 14 mesi. Al termine, i migliori lotti vengono assemblati e imbottigliati, prima di riposare altri tre mesi in bottiglia. Nessun derivato animale viene utilizzato durante la produzione. 

[A domani, per la seconda parte dell’intervista e la degustazione del Chianti Classico Querciabella]

Querciabella
Titolare
: Sebastiano Cossia Castiglioni
Via di Barbiano, 17
50022 Greve in Chianti (FI)
Tel. +39 055 85927777
Fax +39 055 85927778
info@querciabella.com
www.querciabella.com
Facebook: querciabella
Anno di fondazione: 
1974
Totale bottiglie prodotte: 260.000
Ettari di vigneto: 106
Viticoltura biologica certificata

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