Lanson e l’eccezione del Clos

La Maison Lanson è la fiera protagonista di una rinascita che negli ultimi anni sta regalando agli amanti dello champagne delle piccole grandi gioie. Pur con il difficile obiettivo di ricostruire in primo luogo il suo patrimonio viticolo, Lanson è cresciuta anche nel bicchiere, con alcuni progetti molto interessanti, tra cui Extra Age, la cuvée pensata per la ristorazione di livello.

Nelle mani sapienti di Jean Paul Gandon – chef des caves per oltre 40 anni in Lanson – che ha ceduto il testimone ad Hervé Dantan solo un paio di anni fa, la Maison non solo ha preservato l’eccellenza della linea top di gamma della Noble Cuvée ma arricchito di un altro gioiello il proprio tesoro della corona. Il nome dell’inedito champagne della Maison di Reims è Clos Lanson, e prende il nome dal vigneto segreto di appena un ettaro custodito da alte mura, la cui storia ha radici attorno al diciottesimo secolo, quando le vigne erano molto più vicine al centre ville, e che ha vissuto due rimpianti, uno del 1962 e uno del 1985. E che a ulteriore eccezione per una Maison molto legata al pinot noir, ha unicamente viti di chardonnay, che qui beneficiano di un microclima peculiare che qui in città presenta circa 2°C in più della campagna, e che per questo è un po’ il luogo in cui Lanson inaugura la vendemmia.

Nel 2006 Lanson è divenuta proprietà del gruppo BCC (guidato da Baijot e Paillard) così, quasi a voler celebrare il rinascimento del brand, ha deciso a 10 anni di distanza di mettere sul mercato questo champagne da singola vigna che non era mai stato commercializzato prima, perché le sue uve concorrevano alla produzione dei millesimati della Maison. Un vino raro e prezioso di cui ne sono stati prodotti 7.870 esemplari e che con orgoglio vuole rappresentare un’unicità ma soprattutto una promessa per il futuro, un futuro luminoso come queste bollicine.

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