Il mio amico professore

di Daniele Cernilli 24/04/17
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Il mio amico professore

Affinità tra DoctorWine e il professor Luigi Moio sul ruolo e sul significato più autentico della divulgazione della materia enologica. 

“Daniè, ma lo sai che saranno almeno due anni che scriviamo cose simili?”“Sì, me ne sono accorto, ma tu lo fai sulla base delle tue ricerche scientifiche, io soltanto per intuizioni giornalistiche, più che altro, perciò quello che scrivo io è molto meno preciso. Però mi fa piacere che arriviamo alle stesse conclusioni.” Lo scambio di battute è avvenuto poco più di un paio di mesi fa tra il sottoscritto e Luigi Moio, che io chiamo affettuosamente “o professore”, in omaggio ai suoi natali campani e al fatto che insegna Enologia all’Università Federico II di Napoli.

Luigi ha da poco scritto un volume illuminante per la Mondadori, Il respiro del vino, che a mio modesto parere è l’opera divulgativa più chiara ed efficace che sia mai stata realizzata sull’argomento. Un libro prezioso, comprensibile e scientificamente “attrezzato”, che tutti gli appassionati dovrebbero leggere per capire e per informarsi in modo corretto su molti aspetti che oggi spesso diventano preda dei “sentito dire” quando non di posizioni ideologiche e antiscientifiche.

È proprio su questa impostazione che Luigi ed io andiamo molto d’accordo, sul ruolo e sul significato più autentico della divulgazione della materia enologica, un argomento che lui affronta quotidianamente nell’insegnamento e ora anche con un’opera editoriale rivolta a un pubblico più generalista, ma da chi conosce profondamente le cose di cui scrive. Chi lo conosce, poi, chi lo ha sentito parlare in pubblico, non può che riconoscergli una passione sconfinata e una capacità di affabulazione unica fra i suoi colleghi e non solo. Moio è un professore, certo, ma è anche un enologo che lavora sul campo,  fornendo consulenze, consentendo la produzione di vini magnifici, uno su tutti il Fiorduva di Marisa Cuomo. Ma è anche un oratore di straordinaria efficacia e di grande chiarezza. Uno che non si nasconde dietro alla sua grave scienza e a termini astrusi, ma che prova a comunicare con generosità, come fanno gli Angela, come faceva David Attemborough. Non ha bisogno di fare sfoggio di bravura , perché basta ascoltarlo per dieci minuti per coglierne la geniale capacità di farsi capire, condita da un entusiasmo unico.

Siamo amici, spesso diciamo le stesse cose, lui con maggiore autorevolezza, ovviamente, visto il ruolo accademico che ricopre. Entrambi proviamo a fare chiarezza, a contestare leggende metropolitane, a provare a riportare al ragionamento e alla conoscenza le tematiche legate al mondo del vino . Ci siamo riavvicinati attraverso la comune appartenenza all’Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino) della quale lui è membro del Comitato Scientifico, e devo confessare che è una delle persone con le quali è una gioia confrontarsi e discutere. Con passione e serenità , fuori dalle parole d’ordine dell’ideologia e delle mode. Come dovrebbe essere nel mondo del vino e in qualunque altro mondo, dove sostenere delle idee dovrebbe essere sempre un esercizio di libertà e di rispetto reciproco.





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