English
Catarratto, dal cuore della Sicilia
Si tratta dell'uva più diffusa nella Sicilia centro-occidentale, che sebbene abbia perso un po' di appeal rimane comunque molto utilizzata. Abbiamo scelto alcuni vini prodotti in purezza.
Nella "preistoria" della viticoltura italiana, il cararratto era tra le uve che giocavano la parte del leone. Molto produttivo, ottima sopportazione a parassiti e malattie, era stato identificato tra i vitigni cardine nella produzione del Marsala, insieme a grillo e inzolia.
La sua fortuna è andata scemando negli ultimi decenni, a favore di uve internazionali che avevano maggior appeal, quali chardonnay e sauvignon, che anche in Sicilia hanno trovato terreno fertile. Ciò nonostante rimane ancora presente in quasi tutte le aziende, variamente utilizzato. Diverse sperimentazione, anche da parte di singoli produttori, hanno portato a una rivalutazione di questo vitigno, che ha dalla sua un'elevata acidità e, se ben vinificato, anche la capacità a prolungare la sua vita al di là dell'annata di uscita.
Se ne conoscono tre varietà:
- Catarratto bianco comune, noto anche come catarratto bianco nostrale e catarratto Bertolaro;
- Catarratto bianco lucido, noto anche come catarratto bianco lustro e castellano, dal minore potenziale alcolico e maggiore acidità;
- Catarratto bianco extra-lucido o lucidissimo, così detto per la quasi totale assenza di pruina, ancora più dotato in acidità.
Concorre alla definizione di diverse Doc:
- Marsala, da 0 al 100%
- Alcamo, min. 85%
- Contea di Sclafani bianco, min. 85%
- Salaparuta, min. 85%
- Etna, max 40%
- la Doc regionale, dove troviamo la specifica Sicilia Catarratto in tutte le salse, anche vendemmia tardiva, passito, superiore, riserva e spumante.
Vi proponiamo 5 vini a base catarratto, tutti in purezza tranne uno che presenta un piccolo saldo di vermentino. Sono Doc o Igt, tutti accumunati da una grande piacevolezza di beva. L'annata è la 2015, a dimostrazione che questi vini reggono bene anche qualche anno di bottiglia.
