Avete visto un Nobile?

di Riccardo Viscardi 28/04/16
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Avete visto un Nobile?

Carissimi lettori, il titolo vuole essere una domanda che nasce da una triste considerazione. Mi capita sempre più spesso di non vedere nelle carte dei vini il Vino Nobile di Montepulciano. Se ci allontaniamo dall’epicentro di produzione, la statistica della presenza di questo storico vino decade con la rapidità del fulmine. Fuori regione diventa pressoché irrilevante, qualche etichetta qui e là, di solito sempre le stesse e poco altro; va un po’ meglio in Svizzera e Germania, antiche roccaforti di questo vino. 

Un fenomeno strano che ci indica quanto sia importante un sostegno istituzionale (consorzi, provincie, regioni e non so chi altri), per rendere nota e consolidare la presenza di un vino sul mercato. Eppure la storia moderna del Nobile è interessante: è stato il primo vino Docg ad essere immesso sul mercato, ha dei prezzi molto competitivi, la qualitàè buona, il territorio è bello con la cittadina piena di avvenimenti; abbiamo anche una buona vivacità tra i vini con prodotti spesso diversi che svettano per qualità. Ma il vino nell’immaginario collettivo non è entrato. Fuori da questo discorso ci sono aziende consolidate che vanno molto bene grazie alla capacità imprenditoriale dei proprietari come Poliziano, Boscarelli, Dei, Salcheto, che sono quelle che hanno il mercato migliore. 

Durante la settimana delle Anteprime toscane con la presentazione delle nuove annate dei grandi vini regionali, mi capita di vedere che alcuni colleghi “saltano” la giornata dedicata a questo vino messo per anni nel panino tra Chianti Classico e Brunello (quest'anno era tra la Vernaccia di San Gimignano e il Brunello, ma la sostanza non è cambiata). Le cause? non credono nelle capacità di riscossa della zona, ma non sono d’accordo: vini buoni ci sono e costano anche meno di altri di pari qualità, forse c'è un certo immobilismo e le punte sono sempre le stesse, ma “intrusioni” saltuarie ci sono. Di certo il consorzio potrebbe fare molto di più, ma sembra bloccato da logiche interne incomprensibili, con proposte antiche e poca duttilità. Poi indubbiamente la presenza della cantina sociale - anch'essa ancorata a logiche anni '70-'80 - che produce circa un terzo sul totale del Vino Nobile crea un problema sul mercato nell'immagine del Nobile e non aiuta il territorio a crescere. Le varie linee dedicate alla GDO non sono così performanti e purtroppo del bellissimo progetto “Cantina del Redi” si sono perse le tracce dopo un avvio decisamente interessante. 

Di seguito le aziende che con l'annata 2013 hanno mostrato un innalzamento qualitativo. Volevo anche ricordare la coraggiosa presa di posizione della cantina Salcheto che in etichetta riporta solo il nome Nobile evitando la dicitura completa Vino Nobile di Montepulciano, decisamente meno accattivante ma imposta per legge. Forse il consorzio invece di fare anni di battaglie, inoltre perse, contro il Montepulciano d’Abruzzo avrebbe fatto meglio a rivolgere le proprie attenzioni ai problemi a cui abbiamo accennato con idee, forse semplici, ma commercialmente migliori.

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