Vigna Monticchio Lungarotti in verticale (1), gli esordi

di Daniele Cernilli 21/03/18
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lungarotti torgiano rosso rubersco vigna monticchio riserva verticale bottiglie

Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio, creato da Giorgio Lungarotti nel lontano 1969, è un vino di quelli che hanno fatto la storia dell'enologia italiana. Oggi ne raccontiamo il percorso e vediamo le prime annate, domani sveliamo le degustazioni dagli anni 80 ad oggi.

La famiglia Lungarotti, e in particolare Giorgio Lungarotti che ci ha lasciato ormai da quasi due decenni, ha rappresentato uno dei pilastri per la vitienologia umbra. Nata nel 1962, quando nella regione, ad eccezione della zona di Orvieto, la produzione di vini di qualità era davvero rara, ha in oltre mezzo secolo fatto conoscere i vini umbri in mezzo mondo. Etichette come il Rubesco di Torgiano sono dei veri capisaldi del made in Italy enologico un po’ dovunque. Dal 1969 esiste anche una particolare versione di Torgiano Riserva, la Docg letteralmente inventata e fortemente voluta proprio da Giorgio Lungarotti negli anni Ottanta del secolo scorso, quella che scaturisce dalla Vigna Monticchio, il migliore fra i “cru” aziendali.

Oggi alla guida della cantina ci sono le sorelle Chiara e Maria Teresa, il consulente enologico è Lorenzo Landi, e insieme portano avanti l’emblema dei vini aziendali e continuano a fare di quel rosso, esclusivo come qualità, ma dal costo davvero affrontabile (siamo a meno di 25 euro per bottiglia per l’ultima annata in commercio), una vera icona della qualità vitivinicola nazionale.

La base ampelografia non è particolarmente mutata negli anni, tranne per una piccola quantità di ciliegiolo che è scomparsa dopo la prima versione, quella del 1969. Si basa su un’ampia presenza di sangiovese, che si attesta sul 70% dell’intera massa, alla quale viene aggiunto un 30% di canaiolo. Lo stesso discorso si può sostanzialmente fare sulla maturazione, che è sempre avvenuta in botti grandi, con una piccola percentuale di barrique nelle ultime versioni e solo su una minima parte di sangiovese.

Il risultato, e non da oggi, è un rosso di straordinaria eleganza, estremamente longevo, come dimostrano gli assaggi che abbiamo effettuato e che partono proprio dalla prima versione di Vigna Monticchio, che data ben 48 anni fa e che si evolve ancora oggi con grande classe. Da sottolineare che per le due ultime annate si tratta di assaggi “en primeur” in quanto i vini usciranno solo nei prossimi anni.

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