Passione, clima, altitudine
«Passione, clima e altitudine», questi sono i tre ingredienti necessari per fare un buon pinot nero. Parole di Franz Haas, che in quel dell’Alto Adige fa vino da sette generazioni, dal lontano 1880. Riesling, moscato rosa, sauvignon, moscato bianco ma soprattutto pinot nero. Pinot nero. Quasi un’ossessione, una missione. Lo sguardo va ovviamente alla Borgogna. D’altronde il suo archetipo è un’eccellenza della Côte de Nuits, nel comune di Vosne-Romanée. Sì, La Tâche, annata 1953 per la precisione, il vino più buono che abbia mai bevuto.
È un personaggio curioso Franz Haas, dal volto buffo che mette subito simpatia, con i suoi baffoni neri ad incorniciare un viso poco altoatesino. Parla tanto e dalle sue parole trasuda l’amore per il pinot nero e anche una certa appuntita tenacia. Mentre racconta i suoi vini butta lì qualche immagine. «Il vino deve essere erotico, deve essere intrigante» dice «come una donna con i tacchi e una gonna a righe sventolante». Così, mentre parla, sembra quasi di vederla quella donna accarezzata dal vento che esce fuori da un vigneto, rappresentazione sensuale dell’uva stessa. Racconta poi che proprio per perseguire l’idea di vino che ha in mente ha appena acquistato mezzo ettaro vicino a Montagna, in una zona che considera molto simile alla Borgogna, per clima e soprattutto per terreno. Tra tre anni si avranno i primi frutti. Per ora ci sono quelli attuali.